La partita (di Rudi Ghedini)

Ago 21, 15 La partita (di Rudi Ghedini)

Rudi Ghedini
Scrittore
La nostra prima volta. Ci siamo conosciuti ad un funerale. Ci siamo piaciuti per la voce di Christine Ellen “Chrissie” Hynde e perché io tenevo le monete nel posacenere della mia Seat Ronda. Riesco a sopportarlo anche se è interista, quindi credo di volergli molto bene.

La partita
Sao Bernardo do Campo, 1995
La foto. Il Brasile e la passione per il calcio in ogni momento, in ogni angolo, con ogni stagione. Di quella giornata ricordo il calore dei tifosi, anche se era quasi una partita tra scapoli e ammogliati. 

 

Sao Bernardo Do Campo, Sau Paulo, Brasile, 1996

Sao Bernardo Do Campo, Sau Paulo, Brasile, 1996

Si può giocare sempre e ovunque: ecco a cosa mi fa pensare questa foto.
Si può giocare a calcio con qualunque oggetto che rotola, qualunque tipo di scarpe e di terreno, non vediamo le porte, le immagino fatte con due copertoni o qualche mattone raccattato in un cantiere lì vicino. Mi stupirei, se ci fosse la traversa, sono sicuro che non c’è la rete: dopo ogni gol, qualcuno dovrà andare a recuperarlo, il pallone.
Perpendicolare, micidiale, la miseria incombe: la favela cresce su stessa, fin quasi a coprire il cielo, disordinata e densa di un’umanità invisibile, punteggiata dalle immancabili antenne televisive.
Ma la tenuta da gara è elegante, il bordo colorato dei calzoncini e il numero sulla schiena fanno capire qualcosa dell’identificazione fra Calcio e Brasile, e ancor più sintomatico è il gesto rituale in cui sono impegnati i due protagonisti al centro dell’immagine.
Un confronto diretto, un duello cavalleresco, un’incruenta sfida al’OK Corral.
Un dribbling.

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