La solitudine dei numeri primi (di Emanuele Menietti)

Ago 28, 15 La solitudine dei numeri primi (di Emanuele Menietti)

Emanuele Menietti
Giornalista
La nostra prima volta. Al Living all’Arco della Pace a Milano. Quando lo vedo l’immagino in uniforme piemontese dell’epoca di Pietro Micca. Grande professionista. Se fosse stato più vecchio sarebbe stato uno dei battutisti di Macario.

La solitudine dei numeri primi
Milano, 2013 (iPhone)
La foto. Ad una fiera di informatici il direttore de Il Post doveva finire un pezzo e non aveva trovato luogo più tranquillo di quello.

 

 

Milano, 2013 (iPhone)

Milano, 2013 (iPhone)

Girò incerto intorno ai tavoli della sala deserta per qualche minuto, poi si fece coraggio e si avvicinò al palco, dove c’era l’acuto oratore che era riuscito a invitare per una conferenza dopo avere insistito per mesi. Con molto imbarazzo, comunicò all’ospite che non sarebbe arrivato nessuno: si erano tutti fermati nella sala vicina per vedere un concorso di bellezza di gattini. Seduto sulla sua poltroncina nera, il fine oratore continuò a curarsi delle cose che succedevano sullo schermo del suo computer, senza dare alcuna importanza a ciò che gli era stato appena detto. Fu lasciato solo, mentre continuava a pigiare tasti e a cliccare cose. Nessuno ebbe più il coraggio di dirgli qualcosa, nemmeno il tizio delle pulizie che era entrato qualche ore dopo nella sala per passare l’aspirapolvere, un tipo solitamente così ciarliero e loquace. Poi vennero a togliere le sedie. Poi vennero per le tovaglie rosse, per i tavoli. Infine tolsero le altre poltroncine dal palco. E alla fine anche il ronzio dei neon smise di fare compagnia al sagace oratore.
C’è chi racconta che sia ancora là, che abbia scoperto qualcosa su quel computer, ma che non abbia ancora trovato qualcuno cui valga la pena di raccontarlo.