Parole per Imola: Legalità

Ago 11, 17 Parole per Imola: Legalità

Scuola e legalità sono due concetti molto vicini. Sì, perché la professoressa in Lettere Maria Di Ciaula all’Andrea Costa di Imola, ma anche alla guida di un laboratorio teatrale al quale si dedica con energia da una quindicina di anni, riassume in concetti chiave che il principio di legalità, la cittadinanza attiva, la trasmissione della memoria, l’antidispersione come l’inserimento degli alunni stranieri dipendono dall’impostazione scolastica. “I ragazzi stanno bene a scuola”, assicura con animo determinato. “Basta proporre percorsi di studio diversificati, soprattutto per chi ha la soglia di attenzione più bassa, seguendo un’idea di scuola che richiede certamente impegno ma soprattutto passione”. La scuola, vero centro di aggregazione aperta ad attività di vario genere – risultati importanti sono stati raggiunti grazie al laboratorio di teatro – permette così di abbattere le barriere socio-culturali tra i ragazzi, favorisce i processi di crescita e sostiene varie modalità di scambio all’insegna del confronto e della reciproca curiosità. (Pen)

 

LEGALITA’

Non è facile, ma viviamo in un’epoca in cui c’è una forte spinta verso un maggiore senso di legalità. E’ parola che torna alla ribalta, che ricorre sempre più spesso e assume forme e valenze diverse.

Amo osservare che il termine legalità è femminile: comincerei proprio da qui. Grandi progetti al femminile partono e si sviluppano quando una donna sa di aspettare un bambino. Un genitore vuole il meglio per i figli, desidera per loro il diritto di cittadinanza, di esprimersi e realizzarsi liberamente, di vivere ispirandosi ai valori democratici della Costituzione, agire secondo i principi di legalità.

Chiediamoci dove sia possibile ragionare e discutere su questi temi e probabilmente vedremo tutti come arbitro indiscusso dell’educazione la più grande infrastruttura sociale del nostro Paese: la scuola.

Come docente ritengo che il principio di legalità e il senso di cittadinanza si assaporino prima che in strada tra i banchi di scuola, un affascinante luogo di conoscenza dove i professori stimolano i ragazzi all’apprendimento e gli insegnano a fare squadra per trasformarsi a loro volta in cittadini onesti, consapevoli e parte attiva del mondo che sarà.

Mi sta a cuore mettere ordine sul tema dei ragazzi stranieri perché necessitano di attenzioni, per esempio la dispersione scolastica è un problema reale di molti che abbandonano gli studi prima di arrivare al traguardo di un titolo. Questi giovani vengono a scuola per istruirsi e imparare la nostra lingua ma sono aperti a comprendere e il più delle volte ad assimilare il nostro stile di vita. Non solo. Le loro tradizioni, la loro lingua, dovrebbe accendere in noi un forte interesse e generare uno scambio di conoscenza reciproca che aiuti a riscoprire ed apprezzare anche le nostre tradizioni e radici, secolarizzate o date troppo spesso per scontate. Uno scambio di influenze reciproche aiuterebbe lo sviluppo di una società moderna, flessibile, meno stereotipata.

Se non c’è conoscenza e stima reciproca, un po’ come potrebbe avvenire nella vita di una coppia problematica, non c’è alcun rispetto e si perde inevitabilmente la valorizzazione sia dell’uno che dell’altro.

La chiave di svolta è la scuola e le attività ad essa correlate. Ritengo fondamentale l’esperienza di Scuole aperte, promosso dal Miur in collaborazione con Anci e con Vita. La Scuola Aperta è uno spazio che si apre agli studenti, ai genitori, alle associazioni, al quartiere, formando un’alleanza unica con il territorio e diventando un luogo di condivisione autentica.

Nulla più della scuola è il bene comune di questo Paese. Come docente appassionata ne sono convinta. Il diritto all’Istruzione e ad una formazione solida vengono prima di tutto per garantire la legalità.