Il coraggio della vecchia guardia imolese del PD: farsi da parte

Nov 30, 17 Il coraggio della vecchia guardia imolese del PD: farsi da parte

Nutro amicizia e stima nei confronti di Anna Pariani: una donna di grande intelligenza, talento, capacità politiche e amministrative evidenti a tutti. Proprio per questo credo di potere analizzare con serenità e con – spero – equilibrio le sue interviste uscite oggi sul Carlino e sul Nuovo Diario. Lo dico subito: anche da questi due interventi si confermano tutte le cose positive che penso di lei, ma credo anche che la sua candidatura sia fuori tempo massimo e che per lei e per la città sarebbe importante un gesto di generosità politica e un passo indietro, o – come va di moda dire oggi – di lato. Il discorso non vale solo per lei. Ma certamente si può dare un contributo positivo per la città non solo occupando il ruolo di primo cittadino. Delle idee e dell’intelligenza di Anna, Davide, Fabrizio e di tutti gli altri ci sarà molto bisogno negli anni a venire.

 

Ad Enrico Agnessi del Carlino, Anna ha detto:

Credo sia giunto il momento di una donna sindaco a Imola: un segno di novità e modernità. E io, con la mia esperienza amministrativa, penso di poter dare un contributo restituendo al Pd ciò che mi è stato dato in questi anni.

Io sono d’accordo che una donna potrebbe fare tranquillamente e proficuamente il sindaco e ciò potrebbe rappresentare un elemento di novità, ma questo non può essere un elemento ideologico. Anna sarebbe stata un sindaco meraviglioso: ne sono certo. Ma con la stessa sincerità credo che ognuno di noi si porti dietro la sua storia e le sue esperienze e non credo che queste siano meno significative del genere a cui si appartiene. Anna si è sempre conquistata le sue posizioni per le sue qualità, ma le persone non sono buone per tutte le stagioni e a questo punto io credo che Imola abbia bisogno di liberarsi di vecchi schemi e di vecchie logiche. La nostra vita, per forza di cose, lascia cicatrici incancellabili e condizionanti. Per questo credo che nei prossimi 10 anni si debba scrivere una nuova pagina della storia imolese

A proposito del candidato unico del PD alle primarie di coalizione: «Bisognava fare questa discussione prima, ora è troppo tardi. Il Pd ha fatto tardi. Serve un confronto vero, senza comparse. Che possa rafforzare anche chi ne uscirà vincitore».

Anch’io credo che il PD abbia tergiversato troppo e non abbia fatto prima una scelta netta, attardandosi nel mandare avanti candidati di bandiera che non hanno semplificato il percorso e hanno portato altri gruppi ad occupare spazi politici che oggettivamente ci sono. Ora riprendere in mano la situazione non è una passeggiata di salute, per questo credo che la ragionevolezza e la Politica debbano riprendere corpo, a partire dalla chiusura di un forte accordo tra le forze politiche, sociali, civiche che vogliono concorrere al governo della città. Per questo non serve allungare la lista dei candidati che poi si impegnerebbero a scannarsi nelle primarie per abbandonare (come è successo ovunque) la battaglia nel momento che conta: nelle secondarie che decideranno davvero chi sarà il sindaco di Imola. Lacerarsi e dividersi è un attimo, ritrovare le ragioni per stare insieme e per sconfiggere i veri avversari è un lavoro duro e complesso e soprattutto lungo.

Che giudizio dà del lavoro svolto da Manca in questi due mandati? «Sono stati dieci anni difficili, segnati dalla crisi economica, nei quali è stato fatto un buon lavoro sui servizi e sul sociale. Ora però è il momento di cambiare rotta, stimolando investimenti pubblici e privati».

Questo mi pare un giudizio un po’ troppo liquidatorio. La città funziona, la macchina comunale ha dato prova di buone performaces, il ruolo non solo locale di Daniele Manca va riconosciuto e credo sia giusto che la comunità imolese si riconosca in lui come autorevole candidato a portare la nostra esperienza in un ambito nazionale adeguato alle sfide che ha il nostro Paese, sulla base dell’esperienza dei risultati raggiunti ad Imola. Certo c’è sempre da migliorare, ma il discorso che il sindaco ha fatto mercoledì 29 novembre sui temi della sanità a me è sembrato un indice molto importate dell’esperienza positiva che si è fatto e dell’eccellente livello di elaborazione che Imola può portare, auspicabilmente, al governo del Paese.

Sulla gestione dei rifiuti: «Si è arrivati con progetti preconfezionati. Ma quando si tratta di questione così complesse, che cambiano la vita delle persone, la gente va coinvolta prima. Servono partecipazione, democrazia e trasparenza. Se per discarica e differenziata si fosse scelto un percorso partecipato, come avvenne ai tempi della centrale di cogenerazione, ci sarebbero stati meno problemi».

L’osservazione non è priva di ragioni, ma non possiamo essere noi riformisti a semplificare le questioni complesse del governo di temi sensibili. Tronconi ha fatto l’assessore con un’apprezzabile dose di buon senso, credo che questo gli vada riconosciuto.

Perché il centrosinistra dovrebbe scegliere lei e non Tronconi o Castellari? «La città ha bisogno di un vento di novità. E io, da donna, sono l’unica che può proporre qualcosa di diverso. Serve che il futuro sindaco sottoscriva un patto con i cittadini: si sta lì dieci anni e non si pensa alla propria carriera politica».

Anch’io credo che la città abbia bisogno di una nuova carica di passione, competenza, entusiasmo, vigore, visione, pragmatismo. Energie che nemmeno ad Imola vengono dalla politica tradizionale. Proprio perchè la sfida è alta io credo che tutt’e tre questi autocandidati non siano ciò di cui la città ha bisogno e proprio in questi momenti devono uscire le qualità umane e politiche delle persone. Il candidato capace di unificare il centrosinistra c’è e deve essere la coalizione a scegliere questa strada. Certo su impulso del PD che di questa alleanza è l’architrave fondamentale.

Sul Nuovo Diario c’è la solita interessante e ben scritta intervista di Stefano Salomoni, che si dimostra ancora una volta il miglior giornalista di politico in circolazione ad Imola.

Cambiamento. Non è un concetto un po’ logoro? Forse lo abbiamo usato troppo e spesso in maniera impropria. “Può darsi. Però se si parla ad una persona che vive un lavoro precario, non riesce ad arrivare a fine mese e ha come obiettivo mettere su una famiglia… dobbiamo parlare a queste persone, a cui non va bene la vita così com’è e la vogliono cambiare. Cambiamento per avere una prospettiva migliore di vita per le persone, questo è ciò a cui deve parlare il centrosinistra”.

Giusto. La sinistra è nata per innovare, se non ha questa ossessione non è più sinistra (e in questi mesi la sinistra ha spesso tradito se stessa pur di sgambettare “il manovratore”). Ma in un progetto per la città io credo che questo sia un elemento importante, ma dobbiamo anche partire da che cos’è oggi il nostro territorio e – senza fare la gerarchia dei bisogni – dobbiamo guardare al mare del sociale come primo elemento programmatico, ai nostri anziani che diventeranno sempre di più, a politiche che possano dare prospettive più solide alle generazioni attive, certo, ma spingendo anche sulla valorizzazione delle nostre eccellenze. Questo passaggio di Anna, difficilmente contestabile, ha un chè di propaganda vecchio stampo e non fa capire molto bene in cosa lei sia più innovativa e migliore degli altri.

Non ci può essere un Pd autosufficiente. Ci deve essere la volontà non solo di avere una coalizione larga, ma di impegnare quel civismo diffuso, quelle persone che hanno voglia di metterci la faccia e fare delle cose per la propria città nella direzione di crescita, solidarietà, inclusione. E sono tantissime a Imola, che magari non si riconoscono più nei partiti ma che devono trovare il modo di impegnarsi nella prossima stagione politica in questa città. Un’alleanza tra il civismo e la politica per migliorare ancora la qualità della vita.

D’accordissimo. Ma è proprio su questo che i tre candidati del PD oggi in campo sono meno credibili. Per questo c’è bisogno di un candidato non PD – DOC, perchè vedo la necessità di una nuova sferzata di energia dentro al partito con la scelta di una classe dirigente di nuova generazione e un candidato a sindaco con esperienza, ma non prigioniero di vecchie logiche di appartenenza.

 

 

 

 

 

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1 Comment

  1. Anna Pariani /

    Caro Claudio mi pare che per te siano tutti vecchia guardia. Certo tu hai un’esperIenza di lungo corso molto più di noi, ma credo che il coraggio di mettersi in gioco in modo nuovo sempre sia la condizione giusta per dare una spinta anche alla nostra città. Non e denigrando gli altri che un politico si qualifica, ma portando le proprie idee e le primarie sono il luogo di confronto giusto. Farle ad Imola è di per sè un’innovazione, superando il solito conciliabolo di pochi nelle decisioni. Inoltre se ci sarà qualcuno che dalla società “civile” avrà voglia di mettersi in gioco sarà una ricchezza per superare i soliti riti. Facciamolo questo cambiamento!