Il Tramonto del Ciclismo

La confessione di Lance Armstrong da Ophra Winfrey l’hanno vista in 4 milioni e 300 mila spettatori. Io sono convinto che se la stessa intervista fosse stata concessa a Fabio Fazio in Italia avrebbe fatto più o meno gli stessi numeri. E’ vero che l’interesse per il ciclismo, negli Stati Uniti, è molto cresciuto negli ultimi 20 anni, ma evidentemente non è uno sport molto popolare e forse non è percepito come così scandaloso che il più forte ciclista di un’epoca si sia dopato. In pratica si da quasi per scontato che i ciclisti siano dopati per definizione e anche una confessione così clamorosa non fa poi così tanta impressione. Gli sport di grande sofferenza (si è partiti dalla boxe) non accendono più gli entusiasmi che hanno fatto vivere in anni passati e temo che sempre di più i campioni degli sport più faticosi verrano da paesi che possiamo chiamare emergenti, in particolare dalla Cina. Il ciclismo però è diverso: non c’è altro sport che vive di epiche imprese sulle montagne di Italia, Francia e forse anche di Spagna. C’è la storia e c’è la leggenda e, se vogliamo essere sinceri, è molto probabile che il doping sia stato utilizzato in molte più occasioni di quelle che sono state indagate dai Nas o dalla Guardia di Finanza. Per questo si dovrebbe cancellare questo sport? Si dovrebbe smettere di seguire la fatica mostruosa di questi ragazzi che sfidano le montagne? Sarà perche nella Romagna si cresce con la bicicletta sotto il letto, ma io tendo a pensare che non sempre si è agito con equità e in troppe occasioni si sono chiusi entrambi gli occhi ed in altre si è passati ad un rigore senza appello. Insomma bisogna salvare il ciclismo e azzerare la situazione, ripartendo da capo. Servono campioni, servono percorsi adeguati nelle corse a tappe, servono dirigenti capaci e coraggiosi, regole chiare e trasparenti. E anche giornalisti capaci di raccontare questo sport.