Romeo Poli: un Comunista con la C maiuscola

Mag 10, 20 Romeo Poli: un Comunista con la C maiuscola

Nel giugno del 1977 la FGCI di Imola (e intendo Federazione Giovanile Comunista Italiana) organizzò alla Rocca Sforzesca la prima festa de La Città Futura, che era il settimanale dell’organizzazione giovanile del PCI. Il segretario era Antonio Gioiellieri e per quell’estate eravamo stati assunti in tre: io, Virna Gioiellieri e Stefano Manaresi. Era una specie di lavoro estivo, pagato, ma esclusivamente rivolto a progetti di iniziative politiche. Nella festa eravamo coinvolti tutti e a me era capitato il compito di essere amministratore della festa.

Ora, io avevo 17 anni e non avevo mai visto tanti soldi . Non mi ricordo esattamente come mi ero organizzato, ma certamente male. C’è da dire che dare da gestire a me una partita come quella era pura follia. Pura follia fu anche la mia di accettare un impegno di quel genere.

Ero anche responsabile della libreria che avevamo sistemato in un posto meraviglioso, sulla torre della Rocca. Mi ricordo che era bellissima, ma anche il sistema di controllo che avevamo “messo a punto” evidentemente aveva delle falle non indifferenti. Insomma non ne avevo azzeccata una.

La festa fu bella, ma i risultati economici – non ricordo esattamente i dati – diciamo: non esaltanti. Io ero impegnato a presentare il bilancio della festa e alla riunione della segretaria della FGCI (l’organo dirigente della federazione) presenziò l’amministratore del Partito, il temutissimo Romeo Poli. Io ero molto (ma molto, molto) in imbarazzo e ricordo che definii la gestione finanziaria della festa “abominevole”.

Non so se Romeo fosse venuto lì per fustigarci, ma la mia definizione lo fece molto ridere. Anche le conseguenza furono lievi. Credo che quella riunione mi abbia reso simpatico ai suoi occhi e negli anni  abbiamo sempre avuto un rapporto cordiale e positivo.

Romeo è come se lo avessi sempre conosciuto. Mio padre era un militante di base del PCI e ricordo che quando si parlava di Romeo era come se si parlasse di Giorgio Amendola. Lui aveva una grande stima nella serietà e nella qualità umane di Poli.

L’altro ricordo personale nitido che ho, è una cosa che ho fatto con Romeo nel settembre del 1981. L’episodio che ho in testa ha come scenografia un posto magnifico: la sede della scuola regionale di Partito di Albinea. Una villa in mezzo ad un parco con alberi secolari, che non aveva nulla da invidiare alla mitica scuola nazionale di Frattocchie. Ero con lui perchè qualche mese prima ero stato eletto segretario della FGCI di Imola e, in vista del primo congresso regionale del Partito, si teneva un corso di formazione riservato agli amministratori.

Non so esattamente cosa ci facessi lì io, ma non escludo che Poli mi abbia portato per vedere se imparavo qualcosa su come si amministravano i soldi del Partito. Di Albinea oltre alla location sensazionale ricordo i pranzi meravigliosi. Poi ricordo altre due cose: una relazione fluviale di Luciano Guerzoni, che era il segretario regionale del PCI, che non parlò meno di tre ore e mezzo con quel suo eloquio ondulatorio e sussultorio che gli fece meritare lo pseudonimo di “Sussurri e Grida”.

L’altra cosa che ho nella memoria è un capannello dove eravamo io e Romeo, altri due o tre amministratori di federazione e l’amministratore regionale che mi pare si chiamasse Serra. Ad un certo punto qualcuno disse una cosa tipo: “… poi da quando certi rubinetti non funzionano più…” Ovviamente tutti davano per scontato l’origine dei quei rubinetti e soprattutto il contenuto di quei condotti. Io naturalmente feci finta di essere informatissimo e forse ho anche annuito.

Sinceramente non ricordo se nel viaggio di ritorno chiesi qualcosa su quei rubinetti a Poli. Ne dubito. Dubito anche, nel caso io avessi fatto domande, che lui mi avrebbe risposto. Ma io mi misi il cuore in pace: i rubinetti erano prosciugati e quindi non c’era più nessun problema.

Romeo ha lavorato in federazione ad Imola tanti anni. Era uno di quei compagni che vedeva le cose con grande lucidità, e si comportava con gli altri compagni trasmettendo un senso di serenità. Ho sempre pensato che una delle sue virtù fosse la pazienza e mi è sempre apparso determinato e deciso. Per un militante comunista come lui era scontato essere di un’onestà assoluta. 

A Imola fare l’amministratore, oggi si direbbe il tesoriere, voleva dire essere il numero due del partito e molto spesso i compagni delle sezioni avevano più famigliarità e rapporti con Romeo invece del segretario. Non so dire se Romeo fosse già l’amministratore di Bruno Solaroli quando era segretario del Partito, certamente lo è stato di Raffaello De Brasi e di Romano Bacchilega.

Teneva la cassa, ma era anche il riferimento del servizio d’ordine, aveva un consiglio per tutti ed era sempre lì nel suo ufficio di Viale Zappi, presente, meticoloso, puntuale, preciso. Insomma era il colonnello che tutti i generali avrebbero voluto avere. Tutti i compagni gli ubbidivano, o meglio seguivano i suoi consigli, non perchè fosse autoritario, ma perchè era autorevole, credibile, sincero. Era uno ce si faceva voler bene perchè era il primo a dare l’esempio. Questo suo rigore aumentava la stima nei suoi confronti.

L’ho visto l’ultima volta in occasione del funerale di Giorgio Bettini. E’ stato molto cordiale e affettuoso con me, nonostante non ci si vedesse da tantissimi anni. Avevo promesso a Natalia, sua figlia, di andarlo a trovarlo in una delle mie visite imolesi. Non ho mantenuto la promessa. Mi sento in colpa per questo.

Io credo che Romeo sia l’esempio più limpido di chi fossero i militanti del Partito Comunista Italiano a Imola. Uno che se si prendeva un impegna, cascasse il mondo, lo portava a termine. Uno che aveva una sola parola e, cascasse il mondo, la manteneva. Uno che se poteva darti una mano in un momento di difficoltà, cascasse il mondo, te la dava.

Uno che ha servito il suo partito con spirito di servizio, con coerenza, con passione, con intelligenza, con modestia. Un Comunista, con la C maiuscola. Uno di quelli che hanno fatto grande il PCI.

3 Comments

  1. Natalia Poli /

    Ciao Claudio, ho letto ora con mia mamma il tuo scritto. Molto emozionante. Il quadro corrisponde, ed è un bene che nonostante i suoi compagni non ci sono quasi più, questo gli sia riconosciuto. Per lui, non credente tutto ciò che importa è ciò che hha potuto fare in vita. Grazie ancora, Iside e Natascia

  2. Loris Baruzzi /

    Un galantuomo.