Pazienza (di Pierfrancesco Majorino)

Ago 24, 17 Pazienza (di Pierfrancesco Majorino)

Pierfrancesco Majorino

Assessore a Milano

La nostra prima volta. A Botteghe Oscure nel 1997, si occupava di studenti nella Sinistra Giovanile. Era un candidato a fare il segretario nazionale, ma poi scelsero un altro. E’ tornato a Milano ha fatto politica e scritto libri… ma ha fatto più politica.

Pazienza

Cina, 1991

La foto. Risalire il fiume Lii (o come cavolo si scriverà…) è un’esperienza bellissima, anche se l’umidità è mostruosa e la foschia non libera i colori della jungla.

Cina, 1991

Ho provato diverse volte a raggiungere il fiume.
Camminando disfatto per ore o attraversando boschi di fantasia.
Percorrendo piccole strade.
Inventando sentieri tra il fogliame, quello impazzito verso l’alto, quello dolce al tocco delle punte dei piedi.
E mi sono creato passaggi tra rocce e rovine miracolose.
Il loro miracolo era lì, di fronte a me.
Resistevano alle piogge, ai regni.
C’erano combattimenti di uomini, uccelli variopinti in cerca di un punto d’appoggio per il riposo, carcasse di bestie  sfinite dal caldo torrido, amanti appoggiati a baciarsi: e loro resistevano ai tempi.
Oppure ho tentato la via del ricordo.
Il ricordare quell’immagine rubata.
Ci sono popoli nel mondo che non si lasciano fotografare.
Altri che si prestano felici oppure pazienti.
Altri che lasciano, semplicemente, fare.
Ho provato a raggiungere il fiume in varie forme.
Quelle che il fiume prendeva, dopo la curva generata dalla terra che si buttava dentro, verso le cascate, oltre la baia, dentro le paludi che sporcano le acque.
Tutte le volte che l’ho cercato, il fiume, ho pensato di esserci riuscito.
L’avevo trovato.
Ed era lì, lui, che mi guardava, con la sua acqua deforme e limpida, putrida e melmosa, verde smeraldo, azzurra di cielo.
Poi, irrimediabilmente, c’è stato un altro viaggio ancora.